Per gli amanti del Prato Verde e Curato presentiamo una breve guida su Come realizzare un tappeto erboso , quali sono le specie ideali per un tappeto erboso e la cura e manutenzione del tappeto erboso.
Avere un prato verde e curato si sa, è sempre motivo di orgoglio e vanto, e fondamentale per una alta resa estetica del proprio giardino, sia di un luogo privato che di un’area ricettiva o commerciale, dove il giardino è la prima cosa che il cliente osserva.
Anche il giardino ottimamente realizzato e magari ricco di piante costose e rare apparirà mediocre in presenza di un prato trascurato e maltenuto.
Riuscire ad aver l’erba più verde del vicino, però non è semplice, in quanto il prato ha necessità di continue cure che portano via tempo e sopratutto fatica.
Passato il primo periodo di entusiasmo, si finisce quasi sempre con l’abbandonarlo un po’ a se stesso.
In più la mancanza di esperienza porta a compiere errori nella manutenzione e danneggiare il tanto amato tappeto erboso, che dopo qualche tempo risulterà inevitabilmente infestato di malerbe, diradato ed ingiallito. Il difficile quindi non è come realizzare un prato verde ma più che altro come mantenerlo verde.
Sulla base della nostra esperienza, portiamo avanti la manutenzione del prato con cura e passione.
Tutte le lavorazioni vanno pianificate ed effettuate ad intervalli regolari, secondo specifici calendari e con il supporto di attrezzature moderne e adeguate alle singole esigenze.
Questo ti permette di assicurarti ottimi risultati, a costi di manutenzione contenuti.
É possibile anche intervenire in rigenerazione e recuperi con rifacimento tappeti erbosi danneggiati e apparentemente irrecuperabili, anche in situazioni dove altri consigliano il rifacimento ex-novo del tappeto erboso con costi davvero elevati.
Cerchiamo quindi di realizzare un’operazione prato verde attraverso i consigli che stiamo per darvi.
Come Realizzare un Tappeto Erboso ?
Per ottenere un ottimo tappeto erboso è fondamentale ovviamente che la sua realizzazione sia eseguita a regola d’arte, con la giusta composizione del substrato e un impianto di irrigazione perfettamente funzionante al fine di garantire il corretto apporto idrico a tutte le zone del nostro verde prato.
In assenza di impianto di irrigazione alle nostre latitudini è praticamente impensabile di avere un tappeto erboso esteticamente anche solo sufficiente.
Sia che esso venga realizzato mediante semina oppure con installazione di un prato pronto come un tappeto erboso a rotoli, il terreno sottostante deve essere adeguatamente preparato, concimato, livellato e rullato.
Nel caso della semina, questa può essere fatta anche manualmente a spaglio su piccole superfici, ma per ottenere risultato apprezzabile in termini di uniformità di copertura e per semine su ampie superfici è assolutamente indispensabile l’utilizzo di appositi carrelli spargisemente.
Successivamente il seme andrà interrato ad una profondità dipendente dalla specie seminata, fertilizzato con apposito concime “starter” e rullato.
Completata la fase di semina il terreno andrà irrigato con bagnature effettuate a cadenza regolare, la cui frequenza dipende da molti fattori: specie impiegata, composizione del substrato e temperatura ambientale.
L’emergenza delle plantule avverrà in tempi che variano dai 5 giorni fino ai 20 giorni secondo la specie utilizzata.
A distanza di circa 20/30 giorni dall’emergenza sarà possibile effettuare il primo taglio, ad un’altezza più alta del normale al fine di non danneggiare le giovani piante.
Trascorsi ulteriori 15/20 gironi il prato si può definire ormai insediato e sarà possibile procedere con la normale manutenzione.
Specie ideali di Tappeto Erboso
Alle nostre latitudini, e con ampie escursioni termiche tra l’estate e l’inverno, sicuramente la scelta delle specie da impiegare nella realizzazione del tappeto erboso riveste un ruolo di fondamentale importanza.
Tralasciando casi veramente particolari ove è possibile impiegare l’Agrostis Stolonifera oppure situazioni di grande ombreggiamento, ove è quasi imprescindibile l’utilizzo delle Festuca Rubra, è consigliabile l’impiego di miscele a base di Lolium Perenne, che funge il ruolo di “starter”, insieme alla Poa Pratensis oppure alla Festuca Arundinacea, o magari un mix delle due specie, in funzione della resa estetica che si vuole ottenere e della intensità manutentiva da dedicare al prato.
In alcune situazioni con vaste superfici da gestire di tappeto erboso oppure ove si ricerchi un cospicuo risparmio idrico è possibile orientarsi sul Cynodon Dactylon, accettando tuttavia un completo ingiallimento invernale.
Vediamo ora le principali caratteristiche delle principali specie utilizzate per la realizzazione dei tappeti erbosi:
Agrostis Stolonifera
Specie microterma a foglie fini, ben si adatta ai climi fresco umidi e in tutte le zone in presenza di un efficiente impianto irriguo. E’ la specie con migliore resa estetica in assoluto, forma un tappeto erboso estremamente compatto ed uniforme. Date le sue peculiari caratteristiche, viene prevalentemente utilizzata nei campi da golf ed in giardini di elevato pregio. Permette inoltre altezze di rasatura estremamente basse usualmente intorno a 1-2 cm in aree ornamentali e fino a 3-4 mm sui green golfistici. Necessita tuttavia di elevata manutenzione sia per la frequenza di taglio che per fertilizzazioni e pratiche di arieggiatura, nonché patisce facilmente di attacchi funginei.
Poa Pratensis
Dopo l’Agrostis Stolonifera è sicuramente la specie con resa estetica migliore. Ne esistono svariate cultivar dal caratteristico colore verde scuro tendente al blu e con differente tessitura fogliare che risulta dal medio al fine. Si adatta ai climi fresco umidi è può essere proficuamente utilizzata ai nostri climi specie nelle regioni centro settentrionali. E’ caratterizzata da un apparato radicale approfondito ed esteso, e si moltiplica per rizomi pertanto è in grado di autoriparare piccole lesioni al manto. Viene utilizzata in aree sportive grazie alla sua buona resistenza al logorio e in aree ornamentali, giardini di pregio, quasi sempre in miscuglio con altre specie.
Lolium perenne
Tra le essenze è sicuramente quella di maggior diffusione ed impiego, viene utilizzata sia in impianti sportivi che in ambio residenziale. E’ una specie di rapido insediamento, ma non è perenne, pertanto viene impiegata quasi sempre in miscuglio con altre specie ove è la prima ad emergere. Ha un’elevata resistenza al logorio ed al calpestio, nonché tolleranza all’ombreggiatura e ad una relativa carenza d’acqua. Esistono molteplici cultivar sia di colore chiaro che scuro, presenta la pagina fogliare inferiore lucida, questo conferisce al manto un aspetto brillante. In ambito residenziale può essere rasata ad altezze dai 2,5 ai 5 cm, mentre in ambito sportivo tollera altezze ben inferiori.
Festuca Arundinacea
Genere microterma che grazie alle su doti di resistenza alle temperature elevate ben si adatta alle zone più calde ove tipicamente si utilizzano le macroterme. Ha una tessitura fogliare grossolana e forma un manto di relativa bassa densità, anche se recentemente sono state introdotte nuove cultivar a foglia media. Buon adattamento ai terreni non sciolti, ottima resistenza al logorio, ma recupera difficilmente eventuali danni al manto. La sua resa estetica non è eccelsa, e viene pertanto utilizzata in giardini ed aree ove si ricerchi bassa manutenzione e irrigazione non intensa. Necessita di altezze di taglio medio elevate da 3,5 ai 6 centimetri, altrimenti tende velocemente a diradarsi.
Festuca Rubra
E’ una specie microterma tipicamente adatta ai climi freschi ed umidi, presenta una tessitura fogliare fine e mal tollera il caldo estivo delle nostre latitudini. Trova il suo naturale utilizzo sia in ambito sportivi che ambito residenziale nella copertura di aree ombreggiate, ove altre specie presentano problematiche di adattamento e non viene praticamente mai utilizzata in purezza ma sempre in miscuglio. Presenza esigenze manutentive medio basse e sia adatta a terreni poco fertili.
Cynodon Dactylon
Specie macroterma si adatta ai climi caldi, ha una tessitura fogliare medio-fine, buon resa estetica, si moltiplica per stoloni e presenta una notevole densità, resistenza al logorio e una grande capacità di recupero. Nelle nuove cultivar riesce a sopportare altezze di rasatura molto basse e quindi viene utilizzata in ambito sportivo e golfistico in climi caldo aridi. In ambito residenziale viene utilizzata nei climi caldi e ove si ricerchi un cospicuo risparmio idrico, tuttavia mal si adatta alle zone ombreggiate e teme il freddo, nel periodo invernale entra in dormienza, le foglie perdono il colore verde per assumere un colore giallo brunastro, tanto da far assumere al manto il tipico effetto paglia.
Cura e manutenzione del tappeto erboso
Un tappeto erboso esteticamente valido si sa necessita di notevoli e costanti cure. La manutenzione del tappeto erboso non può essere limitata alla sola rasatura, ma sono importanti una serie di trattamenti che spesso vengono sottovalutati e in assenza dei quali il tappeto erboso è destinato ad un degrado costante.
Partendo dalla rasatura del prato, questa operazione nei periodi di crescita, deve essere effettuata ad una frequenza costante di 3-4 giorni per l’Agrostis Stolonifera, mentre per tutti le altre specie graminacee può essere effettuata a cadenza settimanale se si vuole un tappeto erboso di altezza medio-bassa, e a cadenza bisettimanale per maggiori altezze di rasatura.
La Dichondra Repens viste le sue peculiari caratteristiche può essere rasata a cadenza anche bisettimanale. È importante non superare tali limiti temporali, in quanto non sarà poi possibile ripristinare immediatamente le altezze volute e il rischio di incorrere nello “scalping” aumenta notevolmente.
Oltre la rasatura, non devono essere trascurate le fertilizzazioni, per il ripristino prato erboso che andranno effettuate a differenti intervalli temporali a seconda del pregio del prato ma sicuramente in misura non inferiore alle 2-3 fertilizzazioni annuali. Ovviamente il bilanciamento dei singoli elementi nutritivi del fertilizzante impiegato varierà in base alla stagione della fertilizzazione.
Eventuali presenza di malerbe infestanti deve essere prontamente eliminata con opportune operazioni meccaniche e di diserbo chimico. A tal proposito va sottolineato che la Dichondra Repens non può essere trattata con diserbanti selettivi e pertanto la presenza di infestanti necessita della loro rimozione manuale, oppure di diserbo totale della zona colpita.
È consigliabile inoltre rimuovere a cadenza almeno annuale il feltro che inevitabilmente si forma e magari effettuare il “verticutting” al fine di migliorare l’arieggiamento e la proliferazione di nuove radici.
Al pari, in talune situazioni, si consiglia di effettuare una transemina a macchina del prato esistente, per ripristinare la giusta compattezza e densità del tappeto erboso dopo il periodo invernale.